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sabato 28 giugno 2008
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Analisi tecnica del settore Food and Beverage
giovedì 26 giugno 2008
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Crollo di Fortis
Anche in questo caso si evidenzia il chiaro bear market confermato dagli indicatori di trend di medio lungo termine; gli oscillatori contrarian denotano il raggiungimento di livelli di eccesso che potranno aprire la strada a rimbalzi tecnici. L'impostazione operativa sul settore rimane, in un ottica di medio termine, improntata all'estrema cautela. Non escludo di assistere ancora nelle prossime settimane ad annunci simili a quelli visti oggi per il guppo Fortis e questa prospettiva avrà ancora implicazioni negative per il settore nella sua interezza.
mercoledì 25 giugno 2008
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - La Fed lascia i tassi invariati
''........Although downside risks to growth remain, they appear to have diminished somewhat, and the upside risks to inflation and inflation expectations have increased......The Committee will continue to monitor economic and financial developments, and will act as needed to promote sustainable economic growth and price stability.''
''.....Tight credit conditions, the ongoing housing contraction, and the rise in energy prices are likely to weight on economic growth over the next few quarters.''
sabato 21 giugno 2008
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Un aggiornamento sulla strategia di investimento
Questo grafico, che ho ritrovato in un vecchio report del 2002 di questo grandissimo analista (pluri premiato come miglior analista nel settore machinery!!!) mostra come mondo azionario e mondo delle commodities hanno alternato periodi di leadership dal 1870 ad oggi di circa 18 anni, alternandosi in modo perfetto! E' sostanzialmente dal 2002 che il testimone della leadership è passato alle commodities ed è probabile che questa sovraperformance sia destinata a proseguire. Altri analisti come Hussman (di Hussman funds) ritengono che non appena la recessione Usa manifesterà maggiormente i propri effetti, anche le commodities soffriranno. Per il momento, tuttavia, il Crb index pare godere ancora di buona salute, come abbiamo evidenziato in un Focus Report di qualche giorno fa. In una scala di appetibilità e con un orizzonte di lungo termine pongo ancora una volta al primo posto le commodities, i bonds e la liquidità, al secondo le azioni. Un ultima considerazione sull'economia Usa e sugli eps; guardate storicamente come si è mosso il tasso di disoccupazione in concomitanza con le passate recessioni (evidenziate dalla linea verticale grigia):
Di dati brutti sull'occupazione Usa ne vedremo ancora tanti e per un po di tempo! Vero Mister Bernanke?!
Sugli eps (earning per share, ndr) c'è ben poco da dire: continuano ad essere rivisti al ribasso su tutte le principali aree geografiche; gli Usa hanno le stime di utile più alte, seguite da Europa e Giappone. Mi aspetto che le revisioni al ribasso continuino ancora (occhio al settore bancario!). Lontani dalle small caps e continuare a prediligere large o macro caps; infine: meglio i titoli growth che quelli value.
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Tra Giano e l'Orso
Devo dire che mai come in queste ultime settimane ho sentito tante polemiche e critiche mosse a questi due banchieri centrali; anche ieri ero al telefono con un relashionship manager di una banca estera che mi raccontava di un incontro avuto con Bob Janjuah, un ottimo strategist in forza a Royal Bank of Scotland; ebbene Janjuah ha criticato le ultime esternazioni delle due banche centrali sottolineando l'inadeguatezza di una manovra restrittiva proprio ora che l'economia sta soffrendo particolarmente; inoltre, a suo parere, i due banchieri centrali si sono sovrapposti pestandosi reciprocamente i piedi nel senso che le affermazioni di Trichet hanno rovinato il progetto apparente di Bernanke di ridare fiato al biglietto verde.
Ebbene la colonna di sinistra riporta, in percentuale ai profitti, il peso dei writedowns attuati da questi big bancari; teniamo conto che si tratta di veri e propri colossi con spalle piuttosto larghe, ma mi chiedo, perchè non si parla delle banche di media e piccola dimensione?! Il loro business non è sufficientemente diversificato e sicuramente è più vulnerabile rispetto alle banche che figurano nella tabella; si tratta di istituti di credito estremamente importanti perchè sono radicate nel territorio Usa e possiedono una clientela molto fidelizzata; qual'è la loro esposizione sui subprime? Quanti mutui facili hanno erogato? Credo che nelle prossime settimane o mesi si sentirà parlare di loro perchè dovranno attuare una pulizia di bilanci (in realtà lo stanno già facendo) ed effettuare operazioni di ricapitalizzazione per rendere la loro struttura patrimoniale più forte. Nel frattempo è bene continuare ad avere un attegiamento di estrema cautela nei confronti del settore finanziario e dei mercati azionari in generale. La modellistica quantitativa elaborata da FinancialMarketsLab continua a segnalare brutto tempo, come evidenziato nell'ultima Global Asset Allocation Newsletter.
lunedì 16 giugno 2008
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Qualche altra considerazione sulle affermazioni hawkish delle Banche Centrali
Per tutte queste considerazioni continuo a ritenere sbagliato, sia come manovra che come timing, un eventuale rialzo dei tassi nella prossima riunione della BCE.
NON MI ATTENDO, IN CASO DI RIALZO DI UN QUARTO DI PUNTO NEI TASSI UFFICIALI, L'AVVIO DI UN CICLO DURATURO DI RIALZI. PER QUESTA ED ALTRE RAGIONI DI TIPO TECNICO-FONDAMENTALE CHE STIAMO ELABORANDO IN UN FOCUS REPORT, I LIVELLI RAGGIUNTI DAI TITOLI DI STATO DI AREA EURO COMINCIANO A SEMBRARE INTERESSANTI.
domenica 15 giugno 2008
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Analisi tecnica dell'indice Comit
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Qualche considerazione sull'inflazione
Del CPI standard esiste una versione ancora più importante detta "ex food and energy", che effettua il calcolo non tenendo conto di due componenti estremamente volatili come i prezzi degli energetici e del settore alimentare. Venerdì il dato su base mensile era atteso avere una crescita dello +0.2% in base ad una media di previsioni degli economisti (il cosidetto consensus!) e, effettivamente, è uscito in linea con le aspettative degli operatori. E' interessante, se volete avere un'idea della consistenza di questo tipo di dati, andare direttamente sul sito del Bureau of Labor Statistics Usa:
Altri importanti dati che hanno un impatto sull'inflazione sono rappresentati dal costo del lavoro. Proprio sul sito che vi ho menzionato troverete anche il report sull'occupazione Usa che contiene anche delle utili informazioni sul salario orario. L'importanza del costo del lavoro è legata al fatto che questo rappresenta quasi i due terzi dei costi di produzione aziendale e quindi, un eventuale aumento del costo salariale non compensato da aumenti nella produttività, si scaricherebbe sui prezzi dei beni venduti dall'impresa.
Arriviamo, per concludere, all'impatto che l'inflazione ha sui mercati finanziari, ben sintetizzata dall'equazione seguente:
Alta inflazione = più alti tassi di interesse = flessione nei prezzi dei titoli azionari ed obbligazionari a tasso fisso
E qui è importante distinguere gli effetti a breve termine da quelli a lungo termine. Nel nostro laboratorio di studio dei mercati finanziari abbiamo provato ad analizzare il comportamento storico sia dei mercati azionari che di quelli obbligazionari di fronte ad un'inflazione crescente. I dati, estremamente interessanti, sono contenuti in un FOCUS REPORT di imminente pubblicazione. Per sommi capi, la conclusione è che nel breve termine i rendimenti sia delle azioni che delle obbligazioni, sono erosi significativamente e che pertanto, azioni ed obbligazioni NON SONO UNA DIFESA CONTRO L'INFLAZIONE. Allungando però il periodo di detenzione di tali strumenti a intervalli temporali di diversi lustri, riemerge la capacità delle azioni di difendere il risparmiatore dai morsi dell'inflazione. Ovviamente, la condizione imprescindibile è che l'investitore abbia costruito un buon portafoglio dal punto di vista della diversificazione sia geografica, ma soprattutto settoriale!!!
giovedì 12 giugno 2008
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Banche Centrali sull'orlo di una crisi di nervi?!
Ma il top è stato raggiunto quando Bernanke ha parlato dell'inflazione e del biglietto verde. Il Chairman ha espresso grandi preoccupazioni sul fronte dell'inflazione che si mantiene ancora su livelli elevati ed ha evidenziato come non mancano ulteriori rischi in questa direzione, specie nel caso in cui si dovesse assistere ad un ulteriore apprezzamento dei prezzi delle materie prime. Per il momento la corsa di queste ultime non si è trasmessa in maniera significativa sulla componente “core”, ma occorrerà monitorare con grande attenzione l'andamento del dollaro. Per la prima volta Bernanke ha fatto così riferimento al mercato valutario e in particolare alla debolezza del biglietto verde che ora è fonte di preoccupazione per i riflessi negativi che potrà avere sulla dinamica dei prezzi al consumo. Il Chairman ha così assicurato che sarà prestata non poca attenzione alle implicazioni dei cambiamenti nel valore del dollaro, considerando anche i suoi effetti sull'inflazione. Il discorso è stato percepito molto male dai mercati finanziari perchè non solo ha escluso la possibilità di ulteriori tagli dei tassi ma ha anche paventato la possibilità di rialzi!!! Ma da quando in qua la Fed è interessata all'inflazione???? Il suo obiettivo non è l'occupazione e la crescita??? Una delle differenze nell'approccio alla politica monetaria che distingueva la Fed dalla Bce era proprio il fatto che la prima ha come obiettivo la salvaguardia della crescita (e dell'occupazione) e la seconda la stabilità dei prezzi!!!! Tra l'altro questo è pienamente dimostrato da cosa è successo nelle due ultime recessioni!!! (zone in grigio nel grafico sottostante):
Se pensiamo dunque che il tasso di disoccupazione abbia iniziato a salire non da molto e che il ciclo sia destinato ancora a continuare appare evidente come le affermazioni di Bernanke abbiano gettato un grande scompiglio tra gli operatori del settore. E questo è visibile anche nel balzo che hanno fatto le aspettative sui Fed fund (il mercato si aspetta un rialzo di quasi mezzo punto!!!!!!!!)....e siamo in piena recessione!!!!!!!
E' quanto dichiara Mario Draghi in un discorso tenuto ad Amsterdam per l'Associazione olandese delle banche estere.
Draghi ritiene che le banche centrali non siano riuscite a mitigare del tutto le tensioni sui mercati monetari e, pur definendosi "ansiosamente ottimista", avverte che non è chiaro se si sia toccato il fondo della crisi.
"La situazione potrebbe ancora peggiorare" (ma si rende conto dell'effetto annuncio provocato da simili dichiarazioni?!), si legge nel testo del discorso in italiano diffuso ai giornalisti.
E aggiunge:"Il livello eccezionalmente basso dei tassi di interesse negli anni scorsi aveva contribuito alla crescita eccessiva della liquidità, al mispricing dei diversi strumenti finanziari, ad allocare il rischio in maniera efficiente" (come dire che la Fed ha sbagliato tutto!!).
E ancora:"Le banche centrali dovrebbero considerare questi effetti al momento di fissare i tassi di riferimento della politica monetaria. Nel nuovo contesto finanziario la politica monetaria ha un legame sempre più stretto con la stabilità finanziaria, che le banche centrali non possono più trascurare"(l'abbiamo visto con le dichiarazioni già commentate di Bernanke e Trichet!!!!).
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Grazieeeee!!!
sabato 7 giugno 2008
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Alcune regole d'oro per l'investitore
Venerdì 6 giugno è stato un brutto giorno per i mercati finanziari: prezzi del petrolio alle stelle, borse in caduta libera, tassi in rialzo sui mercati obbligazionari. Ieri sera la mia casella di posta elettronica ha ricevuto 7 mail contenenti tutte domande su cosa fare: tenere o mollare? vendere tutto e mettersi alla finestra o tenere botta? In questo blog se ripercorrete i vecchi post (e nelle newsletters inviate agli amici del blog) troverete i molteplici inviti alla cautela espressi negli scorsi mesi. Tuttavia è importante ribadire un principio base: non è in momenti come quello attuale che si prendono importanti decisioni di investimento o si muta il profilo di rischio del proprio portafoglio. Certe scelte bisogna averle compiute preventivamente! E a questo proposito voglio riprendere alcuni dei principi per investire sul lungo periodo espressi da J.J.Siegel nel suo mitico libro "Rendimenti finanziari e strategie di investimento", un classico che non dovrebbe mancare nella biblioteca dell'investitore saggio.(http://www.mulino.it/edizioni/volumi/scheda_volume.php?vista=scheda&ISBNART=08963).
1) Riducete le vostre aspettative sui rendimenti azionari a livelli realistici
Siegel evidenzia come il periodo 1982-1999 ha visto uno dei maggiori rialzi della storia con rendimenti quasi doppi rispetto alla media storica ed evidenzia come, probabilmente i rendimenti futuri delle azioni si attesteranno intorno ad un 7%-10% lordo di inflazione; inoltre la differenza tra i rendimenti azionari e quelli obbligazionari dovrebbe essere inferiore rispetto al passato.
2) Le azioni dovrebbero costituire la quota più ampia di un portafoglio finanziario orientato al lungo termine.
3) Investite il nucleo centrale del portafoglio azionario in prodotti efficienti a basso costo (etf, sicav, fondi comuni); qui l'enfasi è posta sull'attenzione all'efficienza e al costo dei prodotti acquistati; l'efficienza è legata alla capacità del prodotto di generare extrarendimenti rispetto al benchmark dichiarato (se compro un gestore è perchè voglio un valore aggiunto rispetto ad un fondo indicizzato ad un indice!); il costo è legato al fatto che questo ha un impatto notevole sulle performance.
4) Diversificare il proprio portafoglio non solo a livello geografico, ma anche (e soprattutto) a livello settoriale.
5) Dare ampio spazio nel proprio portafoglio ai titoli value e allo stile value investing, visti i risultati storici mediamente superiori all'approccio growth. (http://en.wikipedia.org/wiki/Value_investing)
(http://en.wikipedia.org/wiki/Growth_stock)
6) Fissare regole rigide per mantenere il vostro portafoglio sui giusti binari; e qui Siegel fa un'affermazione sacrosanta:"le variazioni degli umori degli investitori sono quasi sempre superiori alle variazioni dei fondamentali di lungo periodo che determinano il valore delle azioni. La tentazione è di acquistare quando tutti giocano al rialzo e di vendere quando tutti sono pessimisti" Chi negozia frequentemente consegue spesso rendimenti scarsi!!! In altre parole la negoziazione frequente e il voler segure il trend implica una grande preparazione, strumenti adeguati e molto tempo per seguire costantemente l'evolversi delle situazioni.
Ovviamente questi sono solo alcuni dei principi da seguire; vi sono altre importanti regole, ma semmai ne parleremo in un prossimo post. Per il momento, nervi saldi (ce ne sarà bisogno perchè nei prossimi mesi si ballerà parecchio sui mercati finanziari!!) e non lasciatevi prendere dal lato emozionale degli investimenti.
domenica 1 giugno 2008
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Dalla fine del Gold Standard al controllo dell'offerta di moneta attuato dalle Banche Centrali
http://it.wikipedia.org/wiki/Gold_standard
Qui voglio invece parlare di quella che fu la reazione, sorprendentemente composta dei mercati finanziari, all'annuncio fatto dalla Banca d'Inghilterrra che non avrebbe più convertito a richiesta in oro i saldi dei conti presso la Banca d'Inghilterra. Temendo il caos il governo inglese aveva preventivamente ordinato la chiusura della Borsa di Londra e la Borsa di New York vietò le vendite allo scoperto per arginare il crollo atteso dei prezzi azionari. Addirittura i banchieri centrali dichiararono:
".....è una crisi finanziaria mondiale di dimensioni senza precedenti.....".
Ma alla Borsa di New York cosa successe effettivamente?! Ebbene, con grande sorpresa, dopo un immediato crollo dei corsi, i prezzi delle azioni si ripresero e molti titoli azionari chiusero le contrattazioni in terreno positivo. Ecco come la Associated Press descrisse la riapertura dei mercati:
".....orde di agenti di borsa ridendo e scherzando come ragazzini di scuola, hanno invaso oggi la borsa per la riapertura delle contrattazioni dopo i due giorni di chiusura forzata e il loro buon umore si è riflesso nei prezzi di molti titoli."
Perchè un'accoglienza così positiva? Evidentemente, grazie alla sospensione del Gold Standard il governo inglese poteva espandere il credito e il deprezzamento della sterlina avrebbe aumentato le esportazioni; in altre parole la moneta alimenta il mercato azionario e la capacità delle banche centrali di dare liquidità al sistema rappresenta un elemento cruciale per i mercati azionari.
Durante la crisi del 1929 (http://it.wikipedia.org/wiki/Grande_depressione) la Banca Centrale Usa aveva le mani legate; era impossibilitata a fornire liquidità al sistema a causa della presenza del Gold Standard.
Con l'abbandono di questo sistema si passò così da un mondo privo di inflazione ad un mondo dove il rischio inflazionistico e l'offerta di moneta erano sotto il controllo delle banche centrali.
Tuttavia, il nuovo ordine mondiale presenta lati oscuri; le banche centrali hanno saputo utilizzare correttamente la leva monetaria?! Dal dopoguerra ad oggi l'offerta di moneta è andata sempre aumentando e, paradossalmente, la Fed ha smesso di pubblicare i dati di M3, quasi a voler nascondere agli investitori una verità importante: la salita dei mercati azionari e la creazione delle bolle speculative avutesi sui diversi mercati finanziari (bolla high tech 2000, bolla sul mercato immobiliare scoppiata nel 2007, bolla del credito scoppiata nel 2007) è stata causata, in parte, dall'enorme abbondanza di moneta in circolazione che si è riversata sugli asset. Per questo se da un lato l'abbandono del Gold Standard ha permesso una maggiore flessibilità operativa alle banche centrali, dall'altro ha consentito il nascere di un mondo....di bolle!!! Abituiamoci pertanto a convivere nei prossimi anni con nuove bolle che si gonfieranno per poi....esplodere (il prossimo scoppio di bolla sarà sulle materie prime?!).