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sabato 3 settembre 2011

DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Cronache dal fosso di Helm

L’assedio degli orchi ai bastioni del fosso di Helm continua senza sosta; oramai solo l’arrivo di Gandalf potrà salvarci; le forze sono allo stremo e mancano idee per fronteggiare questa grave situazione; anzi, le poche idee sono confuse e vengono cambiate in continuazione creando ancora più confusione nella battaglia per la difesa dei bastioni……


No signori, non è un estratto de “Il Signore degli Anelli” ma è la triste parodia in cui versano le economie occidentali. Usa ed area Euro sono sotto assedio e che qualcuno non mi venga a raccontare che questo è un problema della Grecia o dell’Italia. Sono anni che dalle pagine di questo blog e nelle mie Newsletter denuncio la grave situazione in cui versano tutte le economie che negli ultimi 15 anni hanno vissuto al di sopra delle proprie possibilità inondando il sistema economico-finanziario di carta e, soprattutto, di debito. Ora siamo alla resa dei conti ma il tempo che rimane non è più tanto e, soprattutto, non possiamo più permetterci di usare le solite armi per la difesa del fosso di Helm. Basta con le politiche di Quantitative easing che continuano a gettare liquidità nella mischia alimentando nuove bolle sui prezzi degli asset finanziari. Anche le attese che si erano alimentate per l’incontro di Jeckson Hole le reputo totalmente fuori luogo. Mettiamoci in testa che le Banche Centrali hanno fatto (MALE) quello che dovevano fare e ora tocca alle riforme strutturali che paesi come Stati Uniti o l’Italia devono assolutamente attuare. Ma manca il coraggio perché abbiamo delegato il nostro futuro e quello dei nostri figli ad una classe politica collusa ed incompetente; e se in Italia le cose vanno male non mi dite che in Usa stanno bene; Obama si è rivelato una vera e propria delusione in quanto non è riuscito a mettere a tacere le lobbies di cui è schiavo e non ha attuato le riforme che la gente gli chiedeva. Questa volta le cose appaiono molto più gravi rispetto alla partenza dei bear market sull’azionario nel 2000 e nel 2007 per una semplice ragione: manca la fiducia; in altre parole gli investitori non danno credito alle armi di cui dispone ad esempio la Fed; e come si può dar torto a chi la fiducia non ce l’ha? Guardando agli effetti sulle performance degli asset finanziari delle precedenti politiche di QE (1 e 2) risulta palese come nel QE 2 i benefici sono risultati estremamente limitati rispetto al QE 1. Il corpo malato dell’economia si è assuefatto alla medicina indotta dalle Banche Centrali. E’ come se prendi sempre antibiotici: alla fine il loro effetto benefico si ridurrà. In un contesto di questo tipo il risparmiatore deve giocare in difesa, li arroccato nel fosso di Helm.
Personalmente nel corso di questi anni ho aumentato sensibilmente la quota di "armi non convenzionali" come ad esempio l’oro che consente di cautelarsi da queste fasi di aumento dell’avversione al rischio. Come avevo segnalato nei precendenti post e nella mia Newsletter, dopo la rottura dello S&P500 dell’area 1250, ho cambiato il mio portafoglio finanziario drasticamente riducendo il rischio azionario e, nell’ambito di questo sto privilegiando i temi difensivi (azioni large cap, azioni stile growth, azioni high dividend, azioni italiane sottovalutate); ho inoltre tagliato le mie posizioni sui titoli high yield troppo sensibili ai destini del ciclo economico; anche i titoli di stato in giro per il mondo hanno poca attrattività e così il mio portafoglio è fatto di qualche (pochi) Btp con scadenza a due-tre anni, molte Bei, qualche titolo corporate avente scadenze non troppo lunghe ed appartenenti a settori difensivi, una buona presenza su titoli governativi di paesi emergenti che presentano bilanci decisamente più virtuosi di quelli delle economie occidentali. Infine una buona presenza di liquidità (cash is king!) che in queste fasi volatili mi permette di impostare operazioni di trading veloce su situazioni di eccesso che frequentemente si vengono a creare.