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domenica 13 febbraio 2011

DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - L'orologio del debito

L'argomento debito è stato trattato più volte sia sulle pagine del blog che nella Financial Markets LAB Newsletter. Il fatto che negli ultimi mesi non me ne sia occupato non vuol dire che il tema non sia importante, anzi! Ho deciso di rimanere volutamente fuori dalla mischia che si è venuta a creare nel dibattito sia in rete che sui giornali. Penso che si stiano spendendo troppe parole e che si facciano pochi fatti. Sono state illustrate decine di ricette macroeconomiche miracolose, sono stati elaborati piani di salvataggio in tutte le salse possibili, ma alla fine i problemi sono sempre li e il mercato lo sa, visto che preferisce comprare azioni, titoli corporate, high yield o titoli di stato di economie emergenti piuttosto che acquistare il debito delle economie dell'area Euro o degli Usa.
Per quanto si studino rimedi o cure di tutti i tipi alla fine le soluzioni del problema sono, di fatto, solo tre:
1) ristrutturare il debito con un piano di sangue e lacrime che rischierebbe di far ricadere il paese coinvolto nel pieno della recessione;
2) andare contro l'evoluzione naturale delle cose (il deleveraging in atto dal 2000) e "rilevereggiare" il sistema: è quello che si sta tentando di fare in Usa con i piani di QE ma con il serio rischio di montare nuove bolle sugli asset finanziari e tornare indietro al 2008, quando scoppiò quella sul credito;
3) svalutare la propria divisa: non tutti i paesi possono farlo (vedi quelli dell'area Euro che sono un po' come gli stati americani, indebitati sino al collo ma senza la possibilità di uscirne con una svalutazione della propria divisa).
Insomma, in due casi su tre "l'orologio del debito" tornerebbe indietro nel tempo a due momenti (il 2008 e il 2009) che non hanno lasciato buoni ricordi ai risparmiatori.

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