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sabato 5 febbraio 2011
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Petrolio e crescita economica
Gli eventi egiziani hanno riproposto nelle ultime settimane la questione petrolio. Circa due terzi delle riserve mondiali conosciute di oro nero sono in Medio Oriente e l'instabilità politica di quella regione è sempre risultata essere un fattore destabilizzante. Per il momento gli investitori stanno mantenendo alta la propria propensione al rischio continuando a sostenere la volata delle attività rischiose (azioni e materie prime) ma la situazione va attentamente monitorata. Guardando la storia passata (sempre la via maestra in ogni buona analisi che si rispetti!) si vede come i rialzi del prezzo del petrolio non fanno bene alla crescita economica e in diversi casi hanno provocato gravi crisi. Vi ho allegato un grafico molto esplicito che mostra proprio come, dopo rialzi marcati del prezzo del barile, si verificano ribaltamenti di fronte nella crescita (vedi le aree in grigio che evidenziano le recessioni). Basta poi aggiungere che una salita del 20% dei prezzi petroliferi toglie circa un punto percentuale alla crescita economica!
Ma paradossalmente l'oro nero ha proprio bisogno di prezzi elevati per risolvere alcuni problemi strutturali! Per circa 20 anni il settore petrolifero si è impoverito di competenze e mezzi a causa di bassi prezzi.
Se i prezzi rimarranno sostenuti questi potranno permettere un aumento dei margini nel settore della raffinazione, consentire una stabile ripresa del ciclo degli investimenti e contenere gli sprechi energetici; quanto sprecano i consumatori delle economie industrializzate?! Oggi ogni americano consuma circa 26 barili di petrolio l'anno, un europeo meno di 13 mentre un cinese solo 2! Grazie al prezzo della benzina che per molti anni è stato irrisorio in Usa (anche l'imposizione fiscale lo era!) nel 2004, ad esempio, quasi il 60% dei 17 milioni di auto vendute nel paese a stelle e striscie era costituito da Suv e Light Trucks. Per fortuna, grazie anche all'ultima crisi economica, questo processo sembra invertito....
Ma paradossalmente l'oro nero ha proprio bisogno di prezzi elevati per risolvere alcuni problemi strutturali! Per circa 20 anni il settore petrolifero si è impoverito di competenze e mezzi a causa di bassi prezzi.
Se i prezzi rimarranno sostenuti questi potranno permettere un aumento dei margini nel settore della raffinazione, consentire una stabile ripresa del ciclo degli investimenti e contenere gli sprechi energetici; quanto sprecano i consumatori delle economie industrializzate?! Oggi ogni americano consuma circa 26 barili di petrolio l'anno, un europeo meno di 13 mentre un cinese solo 2! Grazie al prezzo della benzina che per molti anni è stato irrisorio in Usa (anche l'imposizione fiscale lo era!) nel 2004, ad esempio, quasi il 60% dei 17 milioni di auto vendute nel paese a stelle e striscie era costituito da Suv e Light Trucks. Per fortuna, grazie anche all'ultima crisi economica, questo processo sembra invertito....
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