Il report gratuito di Financial Markets LAB!

Si chiama Financial Markets LAB Newsletter ed è il mio report GRATUITO di ricerca ed analisi in materia di investimenti sui mercati finanziari contenente notizie, commenti, curiosità ed approfondimenti sull'andamento dei principali mercati finanziari.

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AUTORIZZAZIONE AL TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI INFORMATIVA AI SENSI DELL'ART. 13 DEL D.LGS 196 DEL 30 GIUGNO 2003 (Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali) - Il blog Financial Markets LAB desidera informare i propri lettori, ai sensi dell'articolo 13 del D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196, che i dati personali che li riguardano, raccolti in occasione della sottoscrizione della Financial Markets LAB Newsletter gratuita, saranno oggetto di trattamento ai sensi della legge sopraindicata. Si leggano a questo proposito i dettagli riportati nello spazio apposito, intitolato Privacy, in questa stessa pagina.


sabato 16 gennaio 2010

DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Pubblicazione del secondo numero del 2010 della Financial Markets LAB Newsletter

Sono molto arrabbiato! Non capisco perchè ci siano degli idioti che si divertono a violare dal punto di vista informatico le mail degli altri e, approfittando degli indirizzi presenti nella rubrica, mandano spam o virus a pioggia. Non ho parole; i pirati informatici dovrebbero essere condannati dalla legge con pene severe! A causa di quello che è successo ieri, non riesco più ad accedere alla casella di posta del blog, finmklab@yahoo.it, visto che l'Amministratore (Yahoo) accortosi della violazione, ieri sera l'ha temporaneamente bloccata. Spero di riuscire nei prossimi giorni a ripristinarla, poichè il blocco dovrebbe essere momentaneo.
Invito i lettori a rafforzare i cordoni di sicurezza per tutto quello che concerne le attività svolte in rete.
Intanto, visto che molti di Voi mi avevano contattato nei giorni scorsi sollecitandomi l'uscita del secondo numero del 2010 della Financial Markets LAB Newsletter, eccezionalmente ho deciso di pubblicarla sulle pagine del Blog vista la momentanea impossibilità ad inoltrarvela. Inoltre, anche il Blog Finanza Monitor (www.finanzamonitor.blogspot.com) la pubblicherà (come aveva fatto con il numero precedente) sulle Sue pagine (Grazie Finanza Monitor!).
Eccola e buona lettura....

Financial Markets LAB Newsletter – gennaio 2010 – N°2
Opportunità di investimento nel 2010: tra rischi ed opportunità – II° PARTE
Nello scorso report abbiamo parlato di rischi: sul versante della sostenibilità di una crescita economica drogata dalla creazione di carta in eccesso, a causa dell’immane debito dei Paesi Occidentali e delle exit strategy che le Banche Centrali dovranno, prima o poi, intraprendere. L’elenco dei rischi non è esaurito, ma prima voglio ripartire esattamente da dove ci eravamo lasciati: dal decennio perduto delle Borse e dell’economia. Chi avesse investito 100 euro nell’indice europeo all’inizio del 2000, oggi ne avrebbe circa 87, dividendi inclusi. Le analogie con il periodo 1968-1982 ci sono;
anche allora lo sboom iniziò dopo uno straordinario periodo di crescita iniziato con la ricostruzione dopo la fine della seconda guerra mondiale; negli anni novanta, invece, la crescita fu trainata dall’innovazione tecnologica (internet) e da una produttività stellare. Ma la crescita non dura all’infinito, in particolare, se si producono beni e servizi in eccesso rispetto a quanto la domanda può assorbire.



E’ impressionante vedere i rendimenti decennali total return(comprensivi, cioè, non solo della rivalutazione dei corsi azionari ma anche della distribuzione dei dividendi) dell’indice S&P500 della Borsa Americana dagli anni ’30 ad oggi; dal grafico a barre
qui sopra risulta anche evidente come gli anni ’50, ’80 e ’90 siano stati eccezionali dal punto di vista dei rendimenti e che passeranno alcuni lustri prima di rivederli. Più realistico dunque ipotizzare per le azioni rendimenti non stellari del 5%-7% all’anno per il decennio che abbiamo davanti, a meno che la storia non ci riservi sorprese dal punto di vista dell’innovazione tecnologica (auto ad idrogeno, energie alternative, etc).
Parlare dell’occupazione, poi, è come sparare sulla croce rossa; guardate il grafico seguente che mostra quanta occupazione è stata creata nel decennio appena trascorso. Non era mai successo, dagli anni ‘40 ad oggi, di vedere una così bassa creazione di posti di lavoro!



Torniamo ai rischi, partendo proprio dall’occupazione; in realtà, dell’occupazione abbiamo già parlato nelle scorse Financial Markets LAB Newsletter e nei vari post sul Blog; quindi non ha senso dilungarsi oltre; ribadisco solo che nel corso del 2010l’occupazione rimarrà asfittica con tendenza al peggioramento e, nella migliore delle ipotesi, potrà tendere a stabilizzarsi sui livelli raggiunti nel 2009; gli eventuali segni di miglioramento deriveranno solamente da aiuti statali e non saranno legati a scenari di crescita sostenibile. Come può migliorare l’occupazione
se grandi settori come quello immobiliare o automobilistico Americano, stanno lottando con problemi di sovra capacità produttiva?! Come ho già detto, vedo solo una via d’uscita: l’innovazione tecnologica.
Ovviamente, problemi sul versante occupazionale si ripercuotono dal lato dei consumi (circa due terzi del Pil Usa una volta era costituito dai consumi degli Americani) e della fiducia delle famiglie.
Nel sistema finanziario i problemi non sono ancora del tutto risolti; aspettiamoci nuovi fallimenti di banche nel corso di questo anno e le istituzioni creditizie che non falliranno soffriranno ancora pesantemente (mi riferisco in particolare alle
banche anglosassoni; quelle italiane sono un’altra storia, per fortuna); un esempio?
Citigroup è esposta per centinaia di miliardi di dollari nel settore real estate; non credo che il settore immobiliare Usa risorgerà questo anno; anzi, penso che il rimbalzo
in atto sarà di breve durata (vedi indicatori tipo l’S&P-Case Shiller Index); nei prossimi anni (2010-2012) una marea di mutui dovranno essere rinegoziati negli Stati Uniti; in altre parole, gente che aveva acceso mutui ARMs negli scorsi anni a condizioni
vantaggiose saranno costrette, a causa del vincolo contrattuale, a rivedere (in peggio!!) le condizioni dei loro mutui; gli ARMs sono dei mutui dove c’è un’opzione, una clausola, che permette al mutuatario di pagare un interesse molto basso per i primi
anni di vita del mutuo, successivamente l’interesse viene ricalcolato con dei parametri molto peggiorativi. Difatti da qui il prefisso ARMS = option adjustable-rate mortgages.
E come commentare la recente affermazione di Geithner (Segretario del Tesoro Americano)?!:
“We're not going to have.... a second wave of financial crisis..... We'll do what is necessary to prevent that.......and that is completely within our capacity to prevent."
Mi viene da dire una sola parola: FANTASTICO!!!
L’affermazione del Segretario del Tesoro Usa è un’ammissione implicita che le autorità Statunitensi si attendono una “second wave” magari proprio legata ai mutui ARMs o alla marea di strumenti derivati ancora annidati nei bilanci delle banche (che
dall’inizio della crisi ad oggi sono aumentati!!). Io la interpreto proprio così, come una confessione!
Sempre nella stessa recente intervista Geithner sentenziava:
"We were in a very deep hole and it is going to take a long time to repair the damage done to confidence."
Ebbene, personalmente sono davvero molto preoccupato riguardo la concreta possibilità di una seconda ondata di crisi finanziaria perché, in questo secondo round, le Autorità avrebbero meno armi a disposizione per fronteggiarla, visto che, come ho
già scritto, gli Usa hanno già emesso più passività di una “Repubblica delle banane”. Un altro segnale preoccupante è legato alle recenti affermazioni riguardo la decisione del
Tesoro Usa, annunciata il 24 dicembre scorso, di fornire un sostegno finanziario illimitato a Fannie Mae e Freddie Mac, le due agenzie semigovernative che forniscono mutui a tasso agevolato negli Usa (finora le due agenzie hanno ricevuto qualcosa come
60 e 51 miliardi di dollari di aiuti); questa notizia, assolutamente pessima dal punto di vista etico (il Tesoro Usa sta dicendo all’americano medio: “accendi pure un mutuo, poi anche se non sei in grado di ripagarlo, intervengo io, con i soldi di
tutti i contribuenti per ripianare le perdite!! Come faccio?! Faccio stampare cartamoneta dalla Federal Reserve e ricompro i titoli spazzatura che sono nell’attivo di Fannie & Freddie, semplice no?!”) potrebbe essere la punta di un iceberg di problemi legati al mercato immobiliare e, probabilmente, il Tesoro
Americano vuole giocare d’anticipo.
Tra le possibili soluzioni alla crisi, oltre alla più volte citata innovazione tecnologica avrei potuto inserire un’altra importante variabile: il sostegno allo sviluppo mondiale delle grandi economie emergenti (oramai emergenti neanche più di tanto!): Cina e India
in testa. Ma come è successo nei passati “inverni di Kondratieff” (vedi grafico) durante le crisi si alzano steccati e barriere; paradossalmente “le economie si arroccano dentro castelli medievali” per difendersi e fronteggiare dure guerre commerciali.



Come ha più volte sottolineato Paul Krugman, la Cina è una grande potenza finanziaria e commerciale che però non si muove in coordinamento con le altre grandi economie. L’esempio più eclatante di questa affermazione è lo yuan fermo per legge al valore di
6.8 rispetto al dollaro. L’International Trade Commission ha deciso di rispondere con l’utilizzo dei dazi; proprio gli Usa (tra l’altro, dopo che Obama si è recato in Cina poche settimane fa a sostenere la causa Americana) applicheranno dazi dal 10% al
16% sui tubi d’acciaio made in Cina. Usa ed Unione Europea hanno più volte spinto la Cina a rivalutare la propria moneta; proprio alcuni giorni fa il governo cinese ha risposto freddamente che ogni decisione verrà presa secondo i tempi e i modi ritenuti più opportuni. Tra Usa e Cina ci sono in ballo qualcosa come 400 miliardi (dollaro più dollaro meno) di scambi commerciali e, al momento, risulta difficile capire come andrà a finire.
Il quadro che ho dipinto è a tinte fosche lo so, anche se qualche opportunità di investimento, come abbiamo visto anche nella I° PARTE non mancherà; l’elenco dei rischi non finirebbe qui; ho voluto evidenziarvi quelli più eclatanti. Concludo questo
numero della Financial Markets LAB Newsletter segnalandovi che qualcuno che sta meglio nel mondo e gode di buona salute c’è: le economie dei mercati emergenti ovvero proprio Cina, India, Russia e Brasile in testa. Ho questa convinzione: ritengo che i mercati azionari di queste economie siano da accumulare sulle debolezze vista la forza delle loro economie, che cresceranno a ritmi compresi tra il 5% ed il 10% contro le asfittiche crescite del 2%-3%dei G-10. Vi segnalo infine una frase di V. Lenin (non sono certamente un ammiratore del suo pensiero politico-economico, ma l’affermazione, se riferita all’operato degli Usa degli
ultimi due anni e mezzo, è molto attuale!):
“The best way to destroy the capitalist system is to debauch the currency.”
Per il momento è tutto. Passo e chiudo.

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