A questo proposito uno dei maggiori punti di forza dell’Analisi Tecnica è rappresentata dalla sua capacità di sintetizzare e racchiudere tutta l’informazione necessaria per prendere decisioni di investimento, nei prezzi (e nei volumi!) che si formano in seguito all’incontro della domanda e dell’offerta sul mercato (Il prezzo sconta tutto!).
Tuttavia, la ridondanza informativa non presenta solo il problema di essere sintetizzata (o digerita!!) ma crea fenomeni di distorsione della realtà oggettiva, rendendo problematico all’homo oeconomicus l’assunzione di decisioni razionali. E il Trader?! Anch’egli è soggetto a cadere in queste trappole cognitive?! Come può districarsi in questo labirinto per fare in modo che la propria decisione o analisi sia la più oggettiva e razionale possibile?!
La risposta più immediata a questa domanda è che, da un lato, in quanto uomo, anche un Trader può cadere in queste trappole nel momento in cui formula le propria analisi e previsioni; dall’altro, è molto probabile che tali distorsioni aumentino all’aumentare del peso della soggettività all’interno del processo di investimento che porta a fare le analisi e le eventuali previsioni. Tale soggettività si esplicita nell’interpretazione e nell’utilizzo della molteplicità di strumenti che l’Analisi Tecnica mette a disposizione. Quindi, da un lato, l’Analista Tecnico dispone di un grande potenziale legato alla capacità di sintesi degli strumenti che questa disciplina mette a disposizione, dall’altro, si trova a dover gestire i rischi insiti in un processo di investimento o analisi che utilizzi in modo soggettivo gli strumenti messi a disposizione dalla disciplina, esponendosi così alle distorsioni cognitive di cui parleremo. E dire che Autori importanti si sono spesso schierati a favore di un utilizzo soggettivo del bagaglio di analisi messo a disposizione dall’Analisi Tecnica (Steve Nison:” As with all charting methods, candlestick chart patterns are subject to the interpretation of the user. This could be viewed as a limitation. Extended experience with candlestick charting in your market specialty will show you which of the patterns, and variations of these patterns, work best. In this sense, subjectivity may not be a liability” tratto da Japanese Candlestick charting techniques) sottovalutando le “trappole della mente” in cui si rischia di incorrere quando diamo un eccessivo spazio al nostro Io.
Queste “trappole della mente” sono state ampiamente documentate e studiate nell’ambito della Finanza Comportamentale; come è noto, questa disciplina si propone di cercare di comprendere, attraverso l’utilizzo della Psicologia Cognitiva, come vengano prese le decisioni economiche, evidenziando come spesso tali decisioni siano assunte in un contesto di totale assenza di razionalità.
L’aumento delle informazioni a nostra disposizione aumenta le nostre opzioni di scelta e la Psicologia Cognitiva ha egregiamente evidenziato come in situazioni in cui si ampliano le possibilità di scegliere, aumenta ad esempio, la probabilità di rimandare nel tempo le nostre decisioni con un’esplicita propensione allo status quo, cioè a non decidere; questo aspetto rappresenta una conseguenza del cosiddetto “effetto dotazione”: la tendenza a ribadire le proprie decisioni di investimento (o le proprie analisi o la propria posizione in un trade) già in atto piuttosto che a impegnarsi in una nuova decisione quando davanti a noi si pongono una molteplicità di strade da percorrere.
Inoltre, in un contesto sempre più complesso, anche il noto “principio di regolarità” viene messo in discussione; secondo questo assunto, aggiungendo a una serie definita di opzioni di scelta delle opzioni ulteriori che comunque non sceglieremmo, l’ordine delle preferenze tra le opzioni che ci erano state offerte, non dovrebbe cambiare, anche se nella realtà questo accade poichè
la nostra mente è incapace di analizzare tutte le informazioni utili per compiere razionalmente le proprie scelte e di assegnare la giusta probabilità al verificarsi degli eventi; il nostro cervello si affida a “scorciatoie mentali” cioè a sentieri che deviano dalla strada maestra; queste scorciatoie sono definite euristiche dalla Finanza Comportamentale.
Proviamo ora a passare in rassegna alcune di queste euristiche in cui può cadere il Trader o l’Analista Tecnico nell’espletamento del proprio lavoro di analisi o del proprio processo di investimento e cerchiamo di capire se i TS possono rappresentare una valida alternativa che sia in grado di risolvere o, almeno, attenuare le distorsioni cognitive che esamineremo.
1) Sovrastima delle proprie capacità e conoscenze.
Pare che Confucio abbia detto:”La vera conoscenza consiste nel sapere che si sa quello che si sa e che non si sa quello che non si sa”; se in queste parole sta tutta l’umiltà di cui dovremmo dotarci quando affrontiamo i mercati finanziari, sembra che, invece, l’uomo medio non conosca questa massima e si ritenga più intelligente e preparato della media. Ovviamente, la sopravvalutazione sistematica delle proprie capacità, nella fattispecie di Analista Tecnico, Trader o Investitore, porta facilmente a sottostimare i rischi della nostra analisi (non impariamo abbastanza dai nostri errori!) e all’illusione di poter controllare gli eventi, potendoli analizzare correttamente e prevedere. Ad innescare tali convinzioni c’è, da un lato una componente fisiologica, legata al fatto che la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore, influenza i nostri comportamenti, innescando un feedback positivo (chi non ha camminato due metri al di sopra del terreno dopo un trade o una previsione azzeccata?); dall’altro, bisogna evidenziare come l’uomo tende a ricordare più facilmente i propri successi (analisi e previsioni azzeccate piuttosto che operazioni chiuse in utile) piuttosto che i fallimenti (analisi e previsioni sbagliate o operazioni chiuse in perdita). Un’altra conseguenza dell’eccessiva sicurezza è rappresentata dall’impreparazione: non ci si improvvisa ne Analisti Tecnici, ne Trader, ne Investitori! E qui si pensi al periodo vissuto tra il 1999 ed il 2000 all’epoca della bolla high tech: in quegli anni c’erano in giro in Italia circa 50 milioni di esperti di Borsa pronti ad analizzare e prevedere l’andamento delle più popolari azioni! Ad alimentare l’eccesso di sicurezza c’è l’idea che quando accadono cose che confermano la correttezza delle nostre analisi e previsioni, attribuiamo gli eventi alle nostre capacità di analista; al contrario, se gli eventi che accadono vanno nella direzione opposta delle nostre previsioni, non sempre siamo disposti a riconoscere i nostri errori ma, piuttosto tendiamo ad attribuire l’evento avverso a qualcosa che non eravamo in grado di controllare.
A questo punto ci chiediamo in che modo l’ideazione e l’utilizzo di un TS può aiutarci.
La prima considerazione è che un TS, in quanto fissa a priori una metodologia che utilizza determinate regole per decidere quando comprare e quando vendere su un determinato mercato, riesce ad eliminare la personalità dell’operatore, eliminando le emozioni. Inoltre, un TS non ha memoria, quindi non può ricordare (sovra o sottostimandoli) i propri errori.
Bisogna però evidenziare come anche nell’utilizzo di un sistema automatico esiste un pericolo che si ricollega alle distorsioni sinora descritte; se da un lato viene eliminato lo stress dovuto ad operazioni negative, dall’altro esiste una sorta di deresponsabilizzazione dell’ideatore del TS che rischia di essere portato ad incolpare la macchina delle eventuali perdite subite da posizionamenti sbagliati.
2) Legge dei piccoli numeri.
Si tratta della tendenza a credere statisticamente vero per le piccole serie di eventi quello che è solo approssimativamente vero per serie che si approssimano all’infinito. Se per esempio lancio in aria una moneta 10 volte e vengono fuori 3 teste e 7 croci, non posso affermare che la probabilità che lanciando in aria una moneta esca testa sia del 30%; questo a causa del fatto che il numero di lanci (10) è troppo limitato. Secondo questo approccio, l’Analista Tecnico che verifichi che in 5 casi passati l’ipervenduto desumibile da un qualsiasi oscillatore ha fornito un segnale rialzista e che per questo, al verificarsi del sesto ipervenduto preveda un rialzo, commette lo stesso tipo di errore dal punto di vista probabilistico.
Se negli ultimi mesi, per 3 volte il superamento di un certo livello di prezzo (resistenza o supporto) di una certa attività finanziaria ha innescato un rally rialzista o ribassista, la previsione di un rialzo o di un ribasso nel caso di un quarto breakout ci fa cadere sempre in un errore simile.
La difficoltà di individuare in modo soggettivo un numero sufficientemente ampio di segnali tecnici uguali in cui si è verificato un rialzo o un ribasso, avverando la previsione dell’analista, sembra rendere indispensabile l’utilizzo del computer, dei TS e di serie storiche di prezzi di attività finanziarie sufficientemente lunghe e tali da contenere un numero statisticamente significativo di segnali. Come noto, attraverso l’ideazione ed applicazione di sistemi è possibile introdurre ed approfondire nell’ambito del processo decisionale due fasi estremamente importanti: il backtest ed il forward test; queste due fasi fanno parte, in realtà, del cosiddetto processo di ottimizzazione delle variabili che compongono un TS. Nel backtest si cercano i valori delle variabili che compongono il TS che hanno lavorato meglio in termini di risultati; questa ricerca viene effettuata nell’intorno dei parametri che hanno generato il miglior risultato scegliendo il valore centrale (in questo modo si risolve il problema della cosiddetta stabilità dei parametri prescelti).
I limiti di un processo di ottimizzazione, cioè di un processo che “guarda al passato”, sono principalmente legati alla qualità della serie storica e all’overfitting. Poichè il mercato alterna fasi differenti generando diverse sovrapposizioni di micro e macro cicli di prezzo, la serie storica dovrà essere sufficientemente lunga per poter descrivere queste sovrapposizioni; tuttavia proprio una serie storica lunga espone al rischio di cambiamenti strutturali del mercato (efficienza, natura degli operatori, area economica di riferimento). Per quanto riguarda l’overfitting, occorre assicurarsi che il numero delle variabili sia contenuto (ciò limita in parte le possibilità esplicative dei modelli) e che l’ampiezza della banca dati sia elevata (con il relativo rischio di cambiamenti strutturali del mercato); in ogni caso il rischio di overfitting è sempre presente.
La presenza di questi due limiti spiega la necessità di affiancare ad una prima fase di back-test una seconda fase di forward-test, atta ad evidenziare l’affidabilità e la persistenza della performance dei TS esaminati. Il TS dovrà anche generare un sufficiente numero di operazioni al fine di poterne validare l’affidabilità. A questo proposito i risultati di un TS sono significativi proprio quando è stato eseguito un numero di operazioni di compravendita sufficientemente ampio tale da escludere che i risultati ottenuti siano dovuti al caso; la significatività di un test è data dall’errore che sta dietro ai risultati che è in relazione con il numero di operazioni eseguite:
ERRORE = 1 / radice quadrata di N
Ove N = numero di operazioni eseguite nel back-test
Pertanto, se nel back-test sono state fatte 20 operazioni, l’errore nel calcolo del rendimento è del + - 22.37%.
Percorrere la strada applicativa dei TS presenta il grande vantaggio di introdurre indicatori statistico-quantitativi che tengano conto della probabilità di verificarsi degli eventi o delle previsioni, evitando in tal modo l’euristica appena descritta.
3) Euristica della disponibilità (o rappresentatività) (effetto winner-loser); euristica dell’ancoraggio; sottovalutazione della regressione ai valori medi.
L'euristica della disponibilità è utilizzata quando nel fornire una stima riguardo al possibile accadere di eventi futuri le persone utilizzano la loro esperienza relativa all'accadimento di quegli eventi in passato. Tuttavia, le informazioni che vengono recuperate dalla memoria non sono quelle con il potere informativo maggiore ma sono quelle alle quali l'individuo ha associato i connotati emotivi più forti. Eventi che si sono verificati più spesso nella vita di un individuo o che lo hanno impressionato maggiormente saranno giudicati come più probabili anche se, in realtà, non lo sono. Infatti eventi più vividi o maggiormente in risalto nei mass media sono giudicati più frequenti di quanto essi non siano in realtà. Per esempio le persone in media giudicano la frequenza degli incidenti aerei significativamente superiore rispetto al reale rapporto tra voli aerei senza incidenti e voli con incidenti. Ad esempio in media gli investitori ritengono che le aziende che investono i loro soldi in programmi giudicati attraenti dagli analisti siano quelle che avranno minori problemi di bilancio e saranno meno coinvolte in azioni speculative. Perciò investono su queste aziende giudicando questi titoli meno volatili e quindi meno rischiosi. In realtà questa uguaglianza tra gestione delle aziende e rendimento dei titoli non è valida in assoluto poiché non sempre aziende con i conti in attivo hanno un rendimento superiore rispetto all'indice generale del mercato. Un altro esempio dell'uso dell'euristica della rappresentatività mostra come le previsioni a lungo termine eseguite dagli analisti di borsa tendono ad essere distorte in direzione dei titoli in quel momento più forti. Questo avviene anche se è stato provato che nell'arco di sei anni l'andamento dei titoli in crescita e di quelli in ribasso tende ad invertirsi (è il cosiddetto winner-loser effect). In altre parole quei titoli il cui valore è cresciuto nell'arco dei primi tre anni tendono ad avere, nei tre anni successivi, un rendimento in flessione mentre i titoli il cui valore è calato nei primi tre anni tendono ad avere un rendimento in rialzo nei secondi tre. E i TS?! Abbiamo già detto che una delle caratteristiche principali di cui si avvale l’operatività quando si utilizzano i segnali di buy and sell di un sistema automatico è proprio l’eliminazione della soggettività; quindi l’Analista o il Trader non andrà a comprare o vendere un titolo sulla base della propria esperienza passata, ma solo ed unicamente quando il sistema ideato fornirà un oggettivo segnale. L’aspetto dell’emotività in questo caso assume connotati diversi: non è con l’emotività della propria esperienza passata che si da un giudizio su un titolo o mercato, ma l’emotività gioca il suo ruolo dopo che il trading system è entrato in posizione; in questo caso l’emotività potrebbe spingere il Trader a non assumere quella data posizione perché risulta in contrasto con la visione di mercato che il Trader uomo ha in quel momento oppure perché il livello di perdita non risulta essere sostenibile dal punto di vista psicologico; tuttavia, un altro dei vantaggi nell’utilizzo di un TS sta nella possibilità di testare la propria emotività proprio nelle fasi di back test e forward test, mettendo alla prova il proprio io (sono disposto a sopportare il livello di perdite evidenziato in backtest, nella realtà operativa?).
L'euristica dell'ancoraggio si riferisce alla formazione di un giudizio di stima a partire da un valore di riferimento (anche un valore casuale). Questa euristica viene utilizzata dagli investitori quando, per decidere se un titolo crescerà in futuro, si avvalgono del prezzo del titolo in un determinato momento senza considerare la storia del titolo e la variabilità del suo prezzo nel passato.
Un titolo potrebbe avere un valore molto elevato in un certo momento ma non essere un investimento sicuro poiché in passato ha tenuto un andamento molto altalenante con forti crescite di valore seguite da altrettanti forti ribassi. Anche utilizzare informazioni relative all'andamento passato di un titolo per prevederne l'andamento futuro (tipico degli indicatori trend follower) senza aver soppesato l’attendibilità statistica dei segnali non è, in realtà, un comportamento razionale anche se permette una valutazione più accurata di quella che si ottiene considerando soltanto il valore delle azioni in un determinato momento. E la sottovalutazione della regressione ai valori medi? Se la performance di una squadra è statisticamente peggiore nella partita successiva a una vittoria per 6 a 0 e migliore dopo una sconfitta per 4 a 0, è semplicemente perché i risultati raggiunti in prima battuta erano estremi, dunque improbabili; tuttavia spesso non riusciamo ad essere sufficientemente regressivi e non scontiamo a sufficienza gli estremi, aspettandoci che una squadra che ha sempre vinto lo faccia anche nelle partite successive o che un mercato o un titolo azionario che è sempre andato bene, continui a farlo (e pensiamo alle fasi speculative vissute dai mercati negli ultimi anni).
Se spostiamo l’ottica ai TS vediamo come una importante caratteristica sia rappresentata dal fatto che questi, non necessariamente sono strumenti previsivi; ad esempio si può pensare ad un sistema di trading che per quanto riguarda l’operazione singola, non dia risultati migliori di quelli ottenibili con il lancio di una moneta: 50% di probabilità di vincita e 50% di probabilità di perdita; se però il sistema fosse studiato in modo tale da produrre nel tempo perdite limitate e vincite ampie, il risultato nel medio lungo periodo risulterebbe interessante; quindi, anche se il sistema non avrebbe nessuna capacità previsiva, risulterebbe comunque profittevole. Pertanto, sposare una filosofia basata su un TS ci evita il problema di non facile soluzione, di dover prevedere l’andamento futuro dei prezzi.
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