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sabato 9 febbraio 2008
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - E' sempre crisi nel mondo del risparmio gestito italiano
Ci eravamo occupati recentemente del cattivo andamento dell'industria del risparmio gestito italiano; è notizia di questi giorni che il mondo dei fondi comuni di investimento italiani nel mese di gennaio 2008 ha perso la bellezza di 19 miliardi. La disaffezione dei risparmiatori non è senz'altro ingiustificata; un'industria inefficiente, con prodotti maturi, che solo raramente produce un vero valore aggiunto per l'investitore e soprattutto come avevamo già sottolineato troppo legata al sistema bancario, con ovvii conflitti di interesse. Ma c'è di più!! C'è un altro grande paradosso: in questa industria lavorano "operai" che gestiscono centinaia di milioni di euro ne più ne meno con la responsabilità che può avere un grande imprenditore o un grande manager ma con una paradossale differenza: lo stipendio!!! Ci è capitato non di rado di imbatterci in situazioni in cui il gestore patrimoniale che decideva le allocazioni di decine di milioni di euro veniva remunerato con stipendi da "operaio". E con questo senza voler minimamente offendere la categoria degli operai!!!! Immaginiamo le motivazioni professionali di questi professionisti del risparmio quando vedono la loro busta paga a fine mese!!! E il problema non riguarda solamente la figura del gestore patrimoniale, ma anche quella del risk manager o del trader o dell'analista finanziario. Tutte queste figure professionali presuppongono percorsi di formazione e di studio molto molto alti ed un continuo aggiornamento professionale che, spesso non viene remunerato in bista paga. E allora i soldi dove vanno a finire?? Nelle tasche delle reti commerciali, nelle tasche di obsoleti dirigenti bancari sorpassati dal tempo e nelle tasche delle banche che in prevalenza possiedono la maggior parte delle società di gestione del risparmio italiane.
Qualche eccezzione nel panorama italiano lo si comincia a vedere ma è presto per ipotizzare cambiamenti radicali. E non bastano le parole di Draghi espresse a Bari nell'ultimo convegno Atic-Forex, che ha sollecitato una ristrutturazione del mondo delle sgr italiane. E non basta la Mifid. E non basta l'innovazione di prodotto, troppo lenta e farraginosa e soprattutto troppo distante dai veri bisogni di una clientela con bassa cultura finanziaria. Dunque il processo di cambiamento sarà lento e graduale perchè gli intrecci proprietari e gli interessi che coinvolgono le proprietà delle sgr sono estremamente complessi (in non pochi casi una sgr è posseduta da diverse banche!!) e ci sono in gioco poltrone di potere. Aspettiamoci dunque che il risparmiatore continui a rispondere con l'unica arma di cui dispone: la vendita del prodotto inefficiente!!!
Dobbiamo peraltro dare a Cesare quel che è di Cesare e ricordare come l'industria del risparmio gestito, praticamente nata negli anni 80 in Italia, ha svolto fino ad ora un importante ruolo di diffusione della cultura finanziaria e di aumento dell'efficienza del sistema finanziario italiano, traghettando i BOT people verso i mercati finanziari e permettendo loro di approcciare l'investimento azionario con criteri di maggiore efficienza (comprare un fondo è più efficiente che comprare alcune azioni grazie alla diversificazione!!!). Tuttavia il mondo dei mercati finanziari è in continua evoluzione e l'arrivo di nuovi prodotti più efficienti sul mercato impone all'industria del risparmio gestito una immediata risposta; in caso contrario è destinato a soccombere...........
Qualche eccezzione nel panorama italiano lo si comincia a vedere ma è presto per ipotizzare cambiamenti radicali. E non bastano le parole di Draghi espresse a Bari nell'ultimo convegno Atic-Forex, che ha sollecitato una ristrutturazione del mondo delle sgr italiane. E non basta la Mifid. E non basta l'innovazione di prodotto, troppo lenta e farraginosa e soprattutto troppo distante dai veri bisogni di una clientela con bassa cultura finanziaria. Dunque il processo di cambiamento sarà lento e graduale perchè gli intrecci proprietari e gli interessi che coinvolgono le proprietà delle sgr sono estremamente complessi (in non pochi casi una sgr è posseduta da diverse banche!!) e ci sono in gioco poltrone di potere. Aspettiamoci dunque che il risparmiatore continui a rispondere con l'unica arma di cui dispone: la vendita del prodotto inefficiente!!!
Dobbiamo peraltro dare a Cesare quel che è di Cesare e ricordare come l'industria del risparmio gestito, praticamente nata negli anni 80 in Italia, ha svolto fino ad ora un importante ruolo di diffusione della cultura finanziaria e di aumento dell'efficienza del sistema finanziario italiano, traghettando i BOT people verso i mercati finanziari e permettendo loro di approcciare l'investimento azionario con criteri di maggiore efficienza (comprare un fondo è più efficiente che comprare alcune azioni grazie alla diversificazione!!!). Tuttavia il mondo dei mercati finanziari è in continua evoluzione e l'arrivo di nuovi prodotti più efficienti sul mercato impone all'industria del risparmio gestito una immediata risposta; in caso contrario è destinato a soccombere...........
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