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lunedì 9 maggio 2011

DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Il bue dice: "cornuto!" all'asino

In modo del tutto causale, alcune settimane, fa mi sono imbattuto nel blog finanziario di un certo Beppe Scienza. Dal blog sono andato a finire sul sito (www.beppescienza.it) scoprendo che lo scrittore è anche un professore universitario (fa parte del dipartimento di matematica dell’università di Torino). Leggendo gli scritti, sia sul blog che i documenti che mette a disposizione sul suo sito, si rimane colpiti dalla foga con la quale questa persona attacca brutalmente il mondo, i prodotti e le persone che lavorano nel mondo del risparmio gestito. Mi sono sentito chiamato in causa in prima persona, visti i miei trascorsi in questo settore e sono intervenuto in diverse occasioni sul suo blog facendogli notare le inesattezze e la superficialità con la quale giungeva a certe conclusioni sbrigative sulla previdenza complementare e sulla bontà dei fondi pensione. Non l’avessi mai fatto! L’emerito professore mi si è scagliato contro ingiuriandomi e dandomi addirittura del vigliacco perché mi nascondo dietro uno pseudonimo. Ebbene, questo mi ha stimolato a leggere altri lavori pubblicati da questo personaggio; la conclusione riguardo la qualità degli studi fatta da questo professore di matematica prestato al mondo dei mercati finanziari rimane sempre la stessa: questo personaggio è un vero e proprio Azzeccagarbugli che si permette di criticare la qualità dell’informazione finanziaria dei nostri mass media senza rendersi conto che anche lui (come molti dei giornalisti finanziari italiani) fa DISINFORMAZIONE inondando la rete di bugie riguardo la previdenza complementare e, soprattutto, il mondo del risparmio gestito. E' proprio come quando il bue dice:"cornuto!" al povero asino. La cosa grave poi è che con il suo agire fa cadere in errore la gente che lo legge che, invece di cercare prodotti di risparmio gestito efficienti, compie l’errore di “fare da se” alimentando in questo modo i ben noti “casi” Parmalat, Ciro, Lehman Brothers, Argentina, etc. Peccato, perché alcuni degli argomenti toccati da Scienza (tra cui la scarsa preparazione dei giornalisti finanziari, l’inefficienza e la scarsa trasparenza di molti prodotti finanziari proposti ai piccoli risparmiatori) li condivido al 100%; quello che mi da veramente fastidio sono le generalizzazioni e le analisi, estremamente parziali e comunque non esaustive, che portano Scienza a fare conclusioni assolutamente false e disguidanti per l’investitore; così se in piccola parte posso giustificare la scarsa preparazione di un giornalista (che alla fine non è un tecnico) non posso ammettere l’incompetenza di chi, come Scienza, parla da dietro una cattedra universitaria. Per questo, ho deciso di dedicare una rubrica del mio blog, che ho intitolato “L’angolo dell’Azzeccagarbugli” e dedicare proprio il primo post a lui: Beppe Scienza.
Dal Capitolo 10 del libro “Il risparmio tradito” intitolato “Sotto tutela” e dal paragrafo intitolato:”gestioni patrimoniali opache”:

“Per giunta non ci sono solo i fondi comuni, ma anche le gestioni patrimoniali. E in effetti avremmo voluto estendere i confronti del Cap. 7 alle gestioni cosiddette individuali, ma la totale opacità di tali rapporti è un ostacolo insormontabile a tale fine. Ecco invece cosa scrive il Sole 24 Ore: • le gestioni di patrimoni tramite fondi sono "un servizio più trasparente perché si può controllare tutti i giorni sul giornale quale sia il valore delle quote dei propri fondi" (31-3-1996 p. 18). Invece non è così, perché il cliente non sa quante quote possiede dei singoli fondi e quindi non può affatto seguire quotidianamente il suo investimento.”

FALSO!

Ma Beppe Scienza sa che nell’estratto conto inviato al cliente sono elencate per filo e per segno le operazioni svolte dal gestore e c’è l’elenco dei prodotti detenuti con il relativo ammontare, prezzo e valorizzazione?! Evidentemente no!

Ecco quello che dice testualmente la Banca d’Italia:

“La gestione su base individuale di portafogli di investimento è un servizio di investimento che può essere svolto da una banca, una SGR, una società di intermediazione mobiliare (SIM) o un’impresa di investimento estera autorizzata (intermediario gestore).
L’investitore conferisce il proprio patrimonio all’intermediario, delegandolo ad effettuare decisioni di investimento mediante operazioni di acquisto e vendita di azioni, obbligazioni, quote di OICR (organismi di investimento collettivo del risparmio) o altri strumenti finanziari.
A differenza dei fondi comuni e delle SICAV, il patrimonio di ogni singolo cliente non confluisce in un patrimonio collettivo e la gestione del portafoglio viene effettuata separatamente per ogni cliente. Il patrimonio dell’investitore è separato a tutti gli effetti da quello degli altri clienti del gestore e da quello del gestore medesimo; non può, in particolare, essere utilizzato in nessun caso a favore dei creditori dell’intermediario che cura l’investimento.
Le decisioni di investimento sono assunte discrezionalmente dal gestore, sulla base di obiettivi e all’interno di limiti (ad esempio: una percentuale massima del patrimonio investito in azioni) definiti nel contratto con il cliente. I risultati positivi o negativi degli investimenti effettuati dal gestore ricadono direttamente sul patrimonio dell’investitore. Tale patrimonio, al termine del mandato conferito all’intermediario, può essere di valore inferiore a quello originariamente investito. L’intermediario ha l’obbligo di informare periodicamente il cliente del rendimento ottenuto e degli strumenti finanziari inclusi nella gestione patrimoniale.Le principali tipologie di gestioni patrimoniali sono la Gestione Patrimoniale Mobiliare (GPM), in cui il patrimonio viene investito principalmente in azioni, obbligazioni e strumenti finanziari derivati e la Gestione Patrimoniale in Fondi (GPF), dove il patrimonio è investito prevalentemente in quote di fondi comuni di investimento e di SICAV.”

Avete letto?! L’intermediario ha l’obbligo di informare periodicamente il cliente del rendimento ottenuto e degli strumenti finanziari inclusi nella gestione patrimoniale!
E questo è solo l’inizio! Rimanete sintonizzati sulle pagine del blog perché nelle prossime settimane parleremo di altre sciocchezze e bugie scritte da Beppe “Azzeccagarbugli” Scienza e da altri suoi simili.

6 commenti:

  1. Non voglio difendere Beppe Scienza, ma credo che lui si riferisca al fatto che per le gestioni patrimoniali e per quelle in fondi non si possono fare analisi come si possono fare per i fondi perché l’informativa è solo individuale. Ci mancherebbe che la banca non informasse il cliente sulle operazioni che fa per suo conto!
    Ma il punto è che il sottoscrittore di una gpf (o gpm) non può in alcun modo fare dei confronti con altre gpf o gpm simili perché mancano del tutto i dati aggregati per questa categoria di strumenti. Che io sappia non esiste per le gpf e per le gpm qualcosa di simile agli indici fideuram dei fondi comuni. Credo che qualche ricerca la faccia Milano Finanza (o almeno la faceva in passato). Sapere che cosa ha fatto la mia gpm senza poter fare confronti non mi dice niente sulla bravura del gestore. Resta il fatto che questi strumenti sono inutilmente complessi e di difficile interpretazione: oltre a leggere il prospetto della singola gpf dovrei anche leggermi i prospetti dei fondi in cui investe il che è difficile per un addetto ai lavori e, a maggior ragione è complicato per il risparmiatore.
    Bragadin

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  2. Gentile Lettore,
    grazie per le Tue osservazioni;le gestioni patrimoniali sono uno degli strumenti più trasparenti a disposizione dell'investitore; il modo migliore per valutare una gestione è il confronto con il benchmark di riferimento; anche il dialogo con il gestore, se possibile, potrà permettere di chiarire il perchè di certe operazioni fatte o le ragioni dei risultati ottenuti.
    A presto
    Financial Markets LAB

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  3. Grazie per la sua non-risposta.
    Proviamo a calarla un po’ nella realtà:
    1) Il benchmark: prendiamone uno semplice semplice, 20% indice FTSE Mib e 80% indice MTS Bot per un profilo di rischio che si può definire prudente; ebbene quando la gestione, chiamiamola “prudente”, può essere confrontata con questo benchmark? Sempre? Solo quando la composizione della gestione non si scosta in modo significativo dal benchmark? E cosa intendere per significativo scostamento? Il 5% o il 10%? Vuole dirmi che la media dei risparmiatori sarebbe in grado di fare queste valutazioni? Proviamo un po’ a complicare il benchmark di cui sopra con l’aggiunta di un 5% di azionario che so… Nord America o Far East …
    2) Il dialogo con il gestore: correttamente lei dice “se possibile” … ma quando è possibile? Forse quando un risparmiatore ci investe diciamo …300.000 euro? E il gestore si scomoderebbe per un singolo risparmiatore? Se va bene si riesce a parlare con un qualche responsabile commerciale di area o di zona che segue i clienti “importanti” e che come responsabile “commerciale” al massimo avrà una qualche infarinatura di concetti tecnici ( a meno dell’improbabile caso che lui stesso abbia un passato come gestore di una sim o sgr). Ma giustamente i concetti tecnici interessano poco al risparmiatore …
    In sintesi lei ha fatto un discreto compito e non è neanche andato tanto fuori tema … peccato che, come lei certamente saprà, nella realtà le cose vadano molto diversamente…
    Bragadin

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  4. Gentile Sig Bragadin,
    forse non sono stato chiaro.
    1) il benchmark: ogni gestione patrimoniale ha, contrattualmente (c'è scritto nel contratto di gestione che sottoscrive il cliente) un benchmark di riferimento che identifica il livello di rischio e la tipologia di attivi su cui il gestore investirà; le faccio un esempio: se lei ha sottoscrito una gestione azionaria italia è molto probabile che abbia come benchmark di riferimento un indice della borsa italiana (il comit per esempio); ebbene il gestore acquisterà titoli che fanno parte di quel benchmark di riferimento; non solo, Lei ha il diritto di sapere qual'è la politica di gestione ovvero di quanto il gestore può discostarsi, nella costruzione del portafoglio, dal benchmark di riferimento in termini di composizione; se ad esempio il titolo Fiat pesa nel benchmark il 2% il gestore ne potrà comprare in più sino ad una certa percentuale (ad esempio averne il 4%).
    Sulla questione poi di sapere cosa il gestore fa con i suoi soldi, Lei ha il diritto di chiedere informazioni e di farsi dettagliare tutte le operazioni fatte. Tenga però presente che nel momento in cui sottoscrive una gestione, Lei da un mandato a gestire i suoi soldi; pertanto sottostante il tutto deve esserci un rapporto di fiducia. Dia pertanto in gestione il suo denaro a società di cui si fida; sennò se li gestisca da solo.
    Spero di esserle stato di aiuto.
    Financial Markets LAB

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  5. Vorrei conoscere quali fondi azonari consiglia per la diversificazione del patrimonio. La ringrazio molto.

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  6. Caro Federico, quello che le posso dire in linea generale è di valutare i prodotti in funzione del TER che è un parametro che fa capire quanto costa il prodotto; a parità di caratteristiche del fondo e di risultati meglio un fondo con il TER più basso.
    Ovviamente l'altro aspetto importante è rappresentato dalla storia in termini di risultati del fondo.
    A presto
    Financial Markets LAB

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