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mercoledì 2 giugno 2010
DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Qualche considerazione sul ribasso in atto nelle Piazze azionarie
Trovo finalmente un attimo per scrivere un post sul blog; effettivamente nelle ultime settimane sono stato molto impegnato e non solo a causa dei mercati finanziari! Colgo l'occasione per ringraziare i molti lettori che mi hanno scritto testimoniandomi stima ed affetto e spronandomi a scrivere e a mantenere sempre vivo il blog. Prometto un prossimo numero della Financial Markets LAB Newsletter entro giugno dove cercherò di entrare nel dettaglio su alcune questioni. Per il momento faccio qualche considerazione sul ribasso in corso sui principali indici azionari.
Come sapete negli ultimi post avevo manifestato diffidenza riguardo quello che stava succedendo in positivo sui mercati finanziari; troppi indicatori denotavano un eccesso di ottimismo e di compiacenza. Ora la correzione è avviata e a mio avviso ci sono davvero molti elementi per indurci ad essere molto prudenti; provo ad elencarne alcuni:
1) la crisi si è innescata per i soliti timori legati ai debiti degli Stati (vedi Grecia e i vari "maiali"); in realtà diversi indicatori macroeconomici denotano chiaramente la possibilità di un rallentamento della fase di recovery; in particolare, l'indice ECRI (ricordate, ne avevo parlato alcuni post fa) continua a scendere confermando la possibilità di una battuta di arresto dell'economia.
In altre parole, questa crisi che apparentemente sembra legata al sentiment e ai timori degli investitori ha "le carte in regola" per tramutarsi in una vera e propria crisi legata a dati reali sul fronte macroeconomico che testimoniano una situazione di estrema fragilità.
2) Le autorità monetarie non stanno (purtroppo come spesso accade) facendo le giuste mosse per risolvere i problemi. Non basta fornire liquidità alle banche attraverso le operazioni di rifinanziamento del sistema se poi le banche, non fidandosi l'un l'altra, restituiscono i soldi alla banca centrale; curioso il fatto che le banche europee al mattino prendono in prestito i soldi dalla BCE all'1% (per paura di una crisi di liquidità) e alla sera invece di immettere i soldi nel sistema (con prestiti ad altre banche o alla clientela) siccome non si fidano, restituiscono i soldi alla BCE al tasso dello 0.25%. In altre parole la necessità di essere liquidi costa alle banche lo 0.75% al giorno. Bella roba!!
3) Nel mese di maggio abbiamo evitato per un pelo un crollo stile 1987; ma esistono ancora dei rischi che questo possa avvenire nelle prossime settimane; pertanto occhio ai livelli tecnici degli indici azionari (sotto 1040-1000 c'è una voragine per lo S&P500!)
4) Nel caso i mercati azionari rimbalzassero non crediate che i problemi del sistema sono stati risolti; la questione del debito necessiterà di molti anni prima di essere risolta e gli impatti sulla crescita e sugli utili aziendali li vedremo ancora per molto tempo.
Per il momento è tutto.
Come sapete negli ultimi post avevo manifestato diffidenza riguardo quello che stava succedendo in positivo sui mercati finanziari; troppi indicatori denotavano un eccesso di ottimismo e di compiacenza. Ora la correzione è avviata e a mio avviso ci sono davvero molti elementi per indurci ad essere molto prudenti; provo ad elencarne alcuni:
1) la crisi si è innescata per i soliti timori legati ai debiti degli Stati (vedi Grecia e i vari "maiali"); in realtà diversi indicatori macroeconomici denotano chiaramente la possibilità di un rallentamento della fase di recovery; in particolare, l'indice ECRI (ricordate, ne avevo parlato alcuni post fa) continua a scendere confermando la possibilità di una battuta di arresto dell'economia.
In altre parole, questa crisi che apparentemente sembra legata al sentiment e ai timori degli investitori ha "le carte in regola" per tramutarsi in una vera e propria crisi legata a dati reali sul fronte macroeconomico che testimoniano una situazione di estrema fragilità.
2) Le autorità monetarie non stanno (purtroppo come spesso accade) facendo le giuste mosse per risolvere i problemi. Non basta fornire liquidità alle banche attraverso le operazioni di rifinanziamento del sistema se poi le banche, non fidandosi l'un l'altra, restituiscono i soldi alla banca centrale; curioso il fatto che le banche europee al mattino prendono in prestito i soldi dalla BCE all'1% (per paura di una crisi di liquidità) e alla sera invece di immettere i soldi nel sistema (con prestiti ad altre banche o alla clientela) siccome non si fidano, restituiscono i soldi alla BCE al tasso dello 0.25%. In altre parole la necessità di essere liquidi costa alle banche lo 0.75% al giorno. Bella roba!!
3) Nel mese di maggio abbiamo evitato per un pelo un crollo stile 1987; ma esistono ancora dei rischi che questo possa avvenire nelle prossime settimane; pertanto occhio ai livelli tecnici degli indici azionari (sotto 1040-1000 c'è una voragine per lo S&P500!)
4) Nel caso i mercati azionari rimbalzassero non crediate che i problemi del sistema sono stati risolti; la questione del debito necessiterà di molti anni prima di essere risolta e gli impatti sulla crescita e sugli utili aziendali li vedremo ancora per molto tempo.
Per il momento è tutto.
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