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domenica 15 marzo 2009

DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Mercati finanziari e bufale




Sui mercati finanziari è comparsa una nuova bufala: quella sui Paesi dell'Est.
Nelle scorse settimane tutti abbiamo visto crollare letteralmente le principali Piazza azionarie; le ragioni alla base di tale crollo sono state, da un lato, i timori per i bilanci delle banche, dall'altro, la notizia dei 1700 miliardi di debiti che i Paesi dell'Est europeo avrebbero vantato nei confronti delle banche e dei Paesi della West Europe. La discesa dei corsi azionari ha provocato rotture di tipo tecnico che, per noi addetti ai lavori, rappresentano segnali molto preoccupanti. Avevo parlato del rischio di discese da parte dello S&P500 al di sotto della fascia 770-740 e della gravità di un accadimento di tale portata.
A distanza di qualche settimana il fatto nuovo è la smentita avvenuta sulle pagine del Financial Times dei 1700 miliardi di debiti e di un deciso ridimensionamento di tale somma (ora si parla di 297 miliardi).
Ma com'è possibile che possano essere diffuse sul mercato notizie così grossolane?! Queste sviste su dati così importanti mi ricordano le revisioni dei dati sugli utili aziendali o sui dati macroeconomici, cui assistiamo con grande frequenza.
Noi che lavoriamo sul mercato da un po' ci abbiamo fatto l'abitudine, ma il piccolo risparmiatore? Come al solito è il primo a rimetterci! Inutile dirvi che nelle scorse settimane ho ricevuto molte mail da parte dei lettori del blog che mi chiedevano lumi e suggerimenti; cosa ho risposto? Quello che oramai vado rispondendo da 15 anni: non è nelle situazioni di panico che si devono prendere decisioni di investimento importanti. Le scelte legate al grado massimo di rischio sostenibile vanno effettuate in momenti diversi da quello attuale e, in queste settimane concitate e caratterizzate da alta volatilità ed incertezza, si possono, semmai, fare piccoli aggiustamenti al proprio portafoglio finanziario.
Intanto gli indici Usa stanno cercando di tornare al di sopra dei minimi del 2003: se dovessero riuscirvi l'allarme dovrebbe rientrare e i mercati azionari dovrebbero tornare a muoversi in trading range per i prossimi mesi; in caso contrario, saranno probabili ulteriori ribassi, anche significativi, che dovrebbero portare alla creazione di una bolla ribassista (l'opposto di quello che avvenne all'epoca della bolla tecnologica, ricordate?) di cui poter approfittare nel caso si avesse un'ottica di investimento di medio termine (3-7 anni).
A questo proposito, chiudo il post ricordando ai miei lettori che nella prossima Financial Markets LAB Newsletter parlerò diffusamente del tema legato alla valutazione attuale dei mercati azionari.
Rimanete sintonizzati!

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