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domenica 26 settembre 2010

DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - Rottura rialzista o bull trap?

Il dubbio amletico che sta girando in queste ore per le sale operative riguarda il recente movimento rialzista delle borse. In particolare, l'oggetto di maggior dibattito riguarda lo S&P500; lunedì scorso ha chiuso sopra 1130 (la soglia fatidica!) ma in un contesto di scarsi volumi di contrattazione. Pochi volumi equivalgono a poca convinzione? Beh parlando con persone che lavorano a Wall Street sembra emergere che l'attività dei traders negli ultimi periodi sia davvero ridotta, complice la crisi economica e lo scarso interesse della gente per i mercati finanziari. Ci sono addirittura traders che lavorano un paio di ore al giorno (nella prima e nell'ultima ora di contrattazione).
Guardando alla chiusura settimanale degli indici azionari Usa (S&P500, Dow Jones Industrial, Dow Jones Transportation e Nasdaq) emerge una coralità positiva; probabile quindi che i prossimi giorni continuino ad essere ancora improntati alla positività; nella mia ultima Financial Markets LAB Newsletter ho parlato di "mercati finanziari nel Paese delle meraviglie" per evidenziare come gli operatori stanno guardando al "bicchiere mezzo pieno" in questo momento. Nel frattempo però, ci sono state le mosse di molti Strategist famosi che hanno rivisto al ribasso le proprie previsioni per la fine dell'anno ridimensionando il livello atteso per lo S&P500 e collocandolo in media a 1200. Attingendo poi dal bagaglio degli strumenti di analisi tecnica e dando un'occhiata agli strumenti trend follower, che sono solito esaminare, emerge un punto a favore delle piazze azionarie; anche gli amanti dei numeri e della stagionalità sono soddisfatti: negli anni di elezioni mid term (come l'attuale) l'ultimo trimestre dell'anno è tradizionalmente molto favorevole. E le valutazioni? Beh sicuramente i mercati azionari non quotano a sconto visto che la maggior parte degli analisti fondamentali parla (per gli Usa in particolare) di lieve sopravalutazione. I trend ravvisabili sulle materie prime legate al ciclo economico mostrano segnali diversi e, in ogni caso, il confronto tra materie prime difensive (oro) e materie prime cicliche (rame) mostra uno scenario più favorevole per il metallo prezioso, elemento che non supporta il rialzo in atto sui mercati equity.
Per quanto concerne poi i miei indicatori di momentum questi mi stanno segnalando la presenza di eccessi rialzisti e di qualche timida divergenza negativa; ma lo sappiamo bene: se il mercato si mette in testa che vuole sognare, lo fa! E allora noi, se vogliamo evitare di cadere nella "trappola dei tori" non svegliamolo parlandogli nell'orecchio di crisi occupazionale, latitanza di consumi, perdurante crisi del mercato immobiliare e lasciamo che le sirene dell'NBER (ha dichiarato che la recessione in Usa è finita!) continuino ad ipnotizzarlo....

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