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sabato 24 gennaio 2009

DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - La cura

“Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via. Dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore, dalle ossessioni delle tue manie. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. E guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale, ed io, avrò cura di te. Vagavo per i campi del Tennessee (come vi ero arrivato, chissà). Non hai fiori bianchi per me? Più veloci di aquile i miei sogni attraversano il mare. Ti porterò soprattutto il silenzio e la pazienza. Percorreremo assieme le vie che portano all'essenza. I profumi d'amore inebrieranno i nostri corpi, la bonaccia d'agosto non calmerà i nostri sensi. Tesserò i tuoi capelli come trame di un canto. Conosco le leggi del mondo, e te ne farò dono. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. TI salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te... io sì, che avrò cura di te.” Franco Battiato – La cura

Una delle canzoni che ascolto sempre con piacere si intitola “la cura” ed è cantata da Franco Battiato; un testo veramente molto bello pieno di significati. La mia citazione non vuole assolutamente snaturarne il significato profondo e intenso che il cantautore ha disseminato tra le parole del testo. Ho citato “la cura” per alludere al tentativo di rianimazione che sta facendo l’America per risollevare la propria economia,
Ritengo, infatti, che nel corso del 2009 gli investitori si focalizzeranno maggiormente sugli effetti delle varie cure messe in campo dalle Banche Centrali e dai Governi e che le notizie sul malato rivestiranno un’importanza relativa, in particolare per l’andamento dei mercati azionari; questo perché ritengo che oramai i prezzi delle azioni incorporino già notizie sull’ammalato veramente pessime con tempi di guarigione attesa molto lunghi. Per questo, sarà importante valutare come e se le cure riusciranno ad alleviare i sintomi e ad abbreviare la convalescenza.
Effettivamente, il caso è di quelli difficili; la diagnosi non è semplice; sintomi e complicazioni si sono susseguite aggravando le condizioni del paziente.
Ci vuole il Dottor House, forse lui riuscirà a salvare il malato, visto che l’equipe medica attualmente al lavoro non riesce a venirne a capo.



Dotti medici e sapienti, tutti al capezzale del malato, diceva un'altra famosa canzone di Edoardo Bennato. L’economia Usa sta mostrando i segni di una malattia resistente a qualsiasi cura e, a dire il vero piuttosto contagiosa, visto che anche le altre economie in giro per il mondo si stanno ammalando o stanno aggravando la propria salute. In Usa, la prima terapia applicata al paziente è stata la politica monetaria; una lunga serie di iniezioni da cavallo; il medico ha ordinato un bel ciclo di punture e i tassi, praticamente, sono stati portati vicini alla soglia dello 0; ma è sorta una complicazione e il malato non ha migliorato il proprio stato di salute: si è inceppato il meccanismo di trasmissione della politica monetaria, la velocità di circolazione della moneta. Così, le banche non hanno continuato a fare le banche perché invece di fornire la liquidità al sistema delle imprese e delle famiglie, hanno preferito e preferiscono rimanere in “wait and see” chiudendosi "a riccio" e non fidandosi l'una dell'altra. La liquidità non viene immessa nelle vene del sistema e, così, non riescono a raggiungere gli organi più bisognosi di cure: le famiglie e le imprese.
E dire che di liquidità ne è stata immessa nel sistema. Guardate questo grafico;



mostra di quanto sono state fatte aumentare le riserve delle banche nella crisi attuale e durante la grande depressione.
Praticamente è stata immessa una quantità di liquidità 10 volte superiore rispetto a quanto si fece durante la crisi del ’29.
Bisogna anche riconoscere alla Fed una maggiore tempestività di azione rispetto a quanto, ad esempio fece la Banca Centrale Giapponese durante la crisi degli anni ’90.
Lo si vede chiaramente nel grafico seguente che mostra la velocità con la quale i tassi sui Fed funds sono stati abbassati:



E mentre l’equipe medica continuava nella terapia, il malato continuava (e continua) ad evidenziare nuove complicanze; banche fallite, altre sull’orlo della crisi, mercato immobiliare al collasso, utili aziendali in picchiata, dati macro economici sulla congiuntura economica in picchiata e chi più ne ha più ne metta.
Non solo, un altro strisciante sintomo ha cominciato a mostrare i suoi segni inequivocabili: la deflazione. I prezzi delle materie prime sono crollate, un bene per le tasche dei risparmiatori, strozzati nel 2007 dai rincari dei principali beni di consumo, un vero e proprio tumore da debellare per l’equipe medica.
I sintomi sono abbastanza facili da riconoscere ed egregiamente sintetizzati nel chart seguente che mostra il ciclo della deflazione ed i suoi subdoli effetti.



Si decide allora di intervenire con un farmaco chemioterapico: la politica di quantitative easing, rendendosi perfettamente conto che non vi sono certezze circa la sua efficacia; l’altro paziente al quale avevano somministrato il farmaco è ancora vivo ma langue a distanza di tanti anni e di fatto non può dirsi guarito: si chiama Giappone. Ma è una delle poche strade che restano da percorrere: monetizzare il debito espandendo all’inverosimile il debito pubblico.
E dire che sino ad ora, per i vari programmi di salvataggio si è davvero messo in conto di spendere tanto; tanto come mai si è speso; guardate questo grafico che raffronta l’ammontare di spesa messo sl piatto per salvare il sistema al collasso con tutte le altre spese storicamente sostenute dagli Usa.



Come ho evidenziato in un recente post (di cui vi allego il link), le uniche certezze che ci consegna l’evidenza empirica sull’efficacia del quantitative easing sono: tassi a lunga schiacciati verso il basso e aiuto al sistema bancario, basta.

http://financialmarketslab.blogspot.com/2008/12/dal-laboratorio-dei-mercati-finanziari_06.html

L’equipe medica è perfettamente a conoscenza delle incognite sull’efficacia del farmaco chemioterapico, e allora? Quali altre soluzioni terapeutiche escogitare quando tutte le strade sono state perseguite? L’unica via ancora percorribile rimane quella della politica fiscale. Effettivamente il fior fiore di economisti da sempre ha invocato le politiche fiscali anticicliche quale manna dal cielo.
E allora diamo un’occhiata al piano varato da Obama:

Piano biennale da $775 billion così suddivisi:
* 4 milioni di posti di lavoro (678000 nelle costruzioni; 604000 nel settore retail; 408000 nel manifatturiero)
* Spese in infrastrutture, salute, educazione ed energia
* Incremento del Gdp di 3.7 punti entro la fine del 2010
* Tagli alle tasse (rappresenta il 40% del piano Obama cioè 300 bill. $)

Basta per riavviare il motore Usa? Beh qualche effetto lo produrrà ma non subito; guardate cosa dovrebbe succedere all’output gap e alla disoccupazione per esempio:



Dal grafico si vede chiaramente come gli effetti non sono immediati (le diverse linee ipotizzano ammontari di spesa diversi) e sono rimandati ahimè a non prima del 2010, mentre dalla tabella seguente si vede come il moltiplicatore della politica fiscale dovrebbe manifestare i propri effetti a distanza di diversi trimestri; non solo; si vede anche come la prevalenza andrà data alla spesa pubblica e non ai tagli delle tasse come giustamente ha fatto osservare l’economista Krugman.



Una manovra corrispondente ad un punto percentuale di Pil genera un punto e mezzo di crescita ma solo dopo 5 trimestri; se si pensa poi che i tempi di applicazione della politica fiscale richiederanno tempo, si comprende come gli effetti verranno recepiti dall'economia non prima dell'anno prossimo.
Nel frattempo non ci resta che attendere gli effetti della politica monetaria e della politica di quantitative easing e sperare da un lato, in una stabilizzazione degli utili societari, dall’altro che la velocità di circolazione della moneta torni ad aumentare.
Per queste ragioni, come vado affermando da parecchi mesi, l’avvio di un nuovo bull market sull’azionario è davvero lontano e la migliore ipotesi che posso fare al momento è quello di una prolungata fase laterale, in un contesto di alta volatilità che potrà vedere, da un lato, anche nuovi minimi per gli indici azionari internazionali, dall’altro, violenti rimbalzi rialzisti (bear markets rally). Personalmente ritengo di importanza fondamentale che lo S&P500 non scenda sotto la fascia 770-740 per poter continuare ad ipotizzare la costruzione di un bottom ciclico anticamera di un recupero importante delle quotazioni. Al di sotto di questa area, personalmente allaccerò le cinture di sicurezza.

venerdì 2 gennaio 2009

DAL LABORATORIO DEI MERCATI FINANZIARI - La follia delle previsioni



Ogni anno tra dicembre e gennaio, chi come me lavora nell'ambito dei mercati finanziari viene bombardato di previsioni riguardanti il futuro andamento delle Borse, dei tassi, delle variabili macroeconomiche nel nuovo anno. Affermazioni, numeri, statistiche, analisi, ricerche, sondaggi: tutto viene finalizzato alla previsione.
Ecco uno stralcio tratto dal bellissimo libro di Nassim Nicholas Taleb intitolato "il cigno nero" (vi allego il link):

http://www.unilibro.it/find_buy/Scheda/libreria/autore-taleb_nassim_n_/sku-12833826/il_cigno_nero_come_l_improbabile_governa_la_nostra_vita_.htm

"Molte istituzioni finanziarie a fine esercizio producono libretti chiamati-prospettive per il 200X - che guardano all'anno successivo, e naturalmente dopo aver formulato tali previsioni non controllano come sono andate. Il pubblico tuttavia, può risultare ancora più stupido se crede a ciò che dicono queste previsioni senza eseguire alcuni semplici test, che nonostante la loro facilità vengono raramente effettuati. Un test empirico elementare consiste nel paragonare queste star dell'economia ad un ipotetico tassista: si crea un agente sintetico, una persona che considera il numero più recente il miglior indicatore di quello successivo e che ammette di non sapere nulla. A questo punto basta paragonare i tassi di errore degli economisti di successo con quelli dell'agente sintetico."

Ebbene, date un'occhiata a questa successione di previsioni che erano state fatte tra la fine del 2007 e l'inizio del 2008:

• Jon Birger, senior writer, Fortune Investors Guide 2008
Smart investors should buy [Merrill Lynch] stock before everyone else comes to their senses.”
Merrill’s shares plummeted 77 percent.

• Elaine Garzarelli, president of Garzarelli Capital, Business Week’s Investment Outlook 2008
Buy some of the most beaten-down stocks, including those of giant financial institutions such as Lehman Brothers, Bear Stearns, and Merrill Lynch.
As of January 1, none of these firms will still exist.

• Sarah Ketterer, CEO of Causeway Capital Management, Fortune Investors Guide 2008
“Fannie Mae and Freddie Mac have been pummeled. Our stress-test analysis indicates those stocks are at bargain basement prices.”
Fannie and Freddie had lost 90 percent of their value.

• Jon Birger, senior writer, in Fortune Investors Guide 2008
Our bet is that in a stormy market investors will gravitate toward, GE, the ultimate blue chip.
GE’s stock price tumbled 55%, and it’s on the verge of losing its triple-A credit rating.

• Archie MacAllaster, chairman of MacAllaster Pitfield MacKay in Barron’s 2008 Roundtable
“Bank of America will [not cut its dividend], I think they’ll raise it this year. My target price for the stock is $55.”
BofA share price now hovers around $14, and it has slashed its dividend in half.

• James J. Cramer, “Future of Business” New York Magazine
“Goldman Sachs… finishes the year at $300 a share. Not a prediction — an inevitability.”
Goldman Sachs’ share price was $78, and the firm announced its first quarterly loss — $2.2 billion.

E potrei allungare la lista all'infinito; da ciò traggo un insegnamento che vado ripetendo ogni anno in questo periodo: occhio alle previsioni degli oracoli e dei maghetti; ragionate con la Vostra testa dopo aver messo insieme tutti i pezzi del puzzle.
A questo proposito Vi segnalo anche il post di esordio del blog FINANZA MONITOR, che ha accennato proprio alla problematica delle previsioni finanziarie:

http://finanzamonitor.blogspot.com/2009/01/e-nato-finanza-monitor-il-blog-dedicato.html

Ma allora, perchè si continuano a fare queste previsioni? Innanzitutto perchè il sistema le vuole; poi perchè le previsioni fanno guadagnare denaro.
Ma la vera risposta, forse, la da ancora una volta Nassim Nicholas Taleb:

"Pianificare potrebbe far parte di quell'equipaggiamento che ci rende esseri umani, ossia la coscienza. E' stato ipotizzato che nel nostro bisogno di proiettare le questioni nel futuro vi sia una dimensione evoluzionistica....L'idea proposta dal filosofo Daniel Dennett

(http://it.wikipedia.org/wiki/Daniel_Dennett)

è la seguente. Qual'è l'utilizzo più potente della nostra mente? E' proprio la capacità di fare ipotesi sul futuro e di giocare al gioco controfattuale....Uno dei vantaggi di tale comportamento è la possibilità di lasciar morire le ipotesi al posto nostro. Utilizzata in maniera corretta e in luogo di reazioni più viscerali, la capacità di prevedere ci libera effettivamente della selezione naturale immediata (al contrario di organismi più primitivi che erano vulnerabili alla morte e che sono cresciuti solo grazie al miglioramento del patrimonio genetico causato dalla selezione del migliore). In un certo senso prevedere ci consente di ingannare l'evoluzione."